Negli ultimi anni Antony Szmierek ha vissuto un vero e proprio vortice. Dopo essersi fatto le ossa nella scena spoken word di Manchester e aver acquisito notorietà grazie al suo flow impeccabile, capace di mettere a nudo tutto – dalle difficoltà della vita britannica contemporanea alla bellezza inaspettata del quotidiano – è stata l’uscita nel 2023 del singolo “The Hitchhiker’s Guide To The Fallacy” a dare il via alla sua ascesa meteoritica. Su uno sfondo di cassa martellante e synth da club, Szmierek libera un flusso di coscienza che delinea la sua idea di vulnerabilità musicale e fuga collettiva: “Everything’s ironic now, post-post-punk. Take me away”, dice nel brano.
Il pezzo ha presto raggiunto le frequenze di BBC 6 Music, portando Szmierek a essere nominato Artista dell’Anno 2023 dall’emittente. Sono seguite apparizioni a Later… with Jools Holland, una session a BBC Radio 1 Maida Vale, diversi set trionfali a Glastonbury e una raffica di paragoni: dalla prosa urbana dei The Streets, alla poesia di John Cooper Clarke se si fosse ritrovato all’Haçienda, fino a un Jarvis Cocker per la generazione UK Garage. Eppure, con l’uscita del suo EP indie del 2023 Poems To Dance To e ora del suo album di debutto pieno di banger e orientato alla dancefloor, Service Station at the End of the Universe, Szmierek consolida un suono che è distintamente e inequivocabilmente suo.
