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WESTERMAN

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Biografia

Tra le opere d’arte che hanno avuto il maggiore impatto su An Inbuilt Fault – il secondo album del cantautore inglese Will Westerman – ci sono due film classici: Il settimo sigillo, capolavoro allegorico di Ingmar Bergman del 1957, e Ikiru, dramma sociologico di Akira Kurosawa del 1952. In modi completamente diversi, ogni film segue un protagonista in preda a una crisi esistenziale, evocando turbolenze e stasi, tracciando attentamente la sua ricerca di autocomprensione e realizzazione.

“I don’t know who I am anymore,” canta Westerman. “Forgot what I was looking for/I’m noticing how the lens turns/More when I’m asking why.”: è un territorio tematico adatto al momento in cui il cantautore nato a Londra e residente ad Atene, in Grecia, ha scritto gran parte di questa musica: l’inverno del 2020-2021, mentre era bloccato in Italia per mesi, durante un periodo di isolamento quasi totale. Reduce da un periodo di disillusione nei confronti del fare musica, e con un futuro della sua carriera che sembrava astratto, Westerman non era sicuro che il materiale che stava registrando sarebbe mai stato ascoltato. Dal punto di vista creativo, questa situazione ha offerto uno strano tipo di libertà e ha dato spazio ad alcune delle canzoni più avventurose e disinvolte della sua carriera.

Sebbene siano spesso premonitrici, le canzoni di An Inbuilt Fault non tendono mai al solipsismo o a un cupo moralismo. Anche le canzoni più sconfortanti funzionano nel modo in cui funziona la musica più eterna sulla depressione e sul lutto: l’esecuzione e l’arrangiamento sembrano trionvare sulla tristezza. Il risultato è una mini-epopea di Westerman sull’essere in crisi, cucita insieme da frammenti di canzoni strappate e momenti spontanei di esorcismo musicale, che si combinano per raccontare una storia che prende forma più chiaramente dopo diversi ascolti.

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